Daniele Adani è un ex calciatore cresciuto tra Sammartinese e Modena. Ha dato il meglio di sé con Brescia, Fiorentina e Inter, vincendo una Coppa Italia con i Viola. Da Sportitalia alla Rai, passando per Sky Sport, è diventato uno degli opinionisti sportivi più polarizzanti, tra l’amore viscerale per il futbol sudamericano e una precisa idea di calcio che l’ha portato a polemizzare spesso con chi la pensa diversamente. Insieme a Christian Vieri, Nicola Ventola e Antonio Cassano ha inventato un nuovo genere di racconto calcistico su Twitch. Su The SpoRt Light ci racconta il suo… percorso.
Cosa era il calcio per Adani ieri e cosa oggi?
«Il calcio ieri era un sogno da realizzare. Oggi una vocazione, una missione da portare avanti, ma sempre – ieri, oggi e domani – la stella polare che mi guida».
Quando giocava come si pensava una volta attaccate le scarpette al chiodo?
«Quando uno gioca non pensa cosa sarà dopo, almeno per i primi dieci, dodici, anni di carriera, ma semplicemente sa, perché sente ogni giorno il piacere, la magia e la responsabilità di difendere quella professione, di rispettare tutti i sacrifici che ha fatto e che hanno fatto le persone vicine, quanto è stata dura partire da piccolo, dalla strada, e arrivare a giocare a certi livelli. Ogni giorno devi sudare per mantenere il tuo ruolo nel calcio e, soprattutto, devi rispettare tutta la gente che ti segue quando arrivi a certi livelli, ma questo vale pure quando calchi i campi di periferia, nelle categorie inferiori, perché anche lì c’è chi paga il biglietto e fa sacrifici per venire…