Zoff su Oscar.
Buffon su Zidane.
Non c’è nemmeno bisogno di dire a cosa ci riferiamo; si potrebbe anche evitare di andare oltre, perché poi, tra ciò che rimane, il Mondiale pesa di più e ci sono parate che restano impresse.
Quella era l’Italia del 2006, che non aveva probabilmente la portata storica e sociale dell’Italia del 1982, ma ha avuto un portiere altrettanto decisivo. Gianluigi Buffon è stato l’ultimo protagonista azzurro di quel Mondiale a ritirarsi. Lo ha fatto lo scorso 2 agosto, a 45 anni compiuti, dopo 28 anni di professionismo in tre squadre. Percorso circolare: Parma, Juventus, Paris Saint-Germain, Juventus, Parma. E la Nazionale, naturalmente.
Poche parole, lontane dalla verbosità che ha caratterizzato parte della carriera di Buffon davanti ai microfoni: il messaggio di addio del portiere, lo scorso agosto, è stato asciutto, se vogliamo retorico, ma sentito. Forse, in fondo, c’era davvero poco da aggiungere.
Finisce qua.
Mi hai dato tutto.
Ti ho dato tutto.
Abbiamo vinto insieme.