Buio Il ciclismo al buio, e in tratti anche non illuminati, era qualcosa che ancora mancava nello stupidario organizzativo dello sport professionistico degli ultimi due decenni, da quando insomma non si può davvero più pensare di non prendere in considerazione tutti gli aspetti relativi alla sicurezza degli atleti. Siccome c’è sempre una prima volta, lo abbiamo visto alcuni giorni fa e non in una corsa di periferia, ma nella prima tappa della Vuelta, una cronosquadre nella quale gli ultimi team sono partiti e arrivati con il buio. Fuori da ogni logica.
Velocità L’Italia della velocità su pista, e qui si parla di atletica, è una garanzia tra le migliori del pianeta. A Budapest è arrivata una eccellente medaglia d’argento dalla staffetta 4×100, ma non peccheremo qui di medaglismo: confermarsi tra i protagonisti, pertanto essere in finale e potersela giocare, significa fare parte dell’elite e avere azzeccato il metodo e coltivare la generazione buona. Jacobs, Tortu, Patta e Rigali, prima Desalu, e tra le donne (4×100 quarta in finale) Dosso, Kaddari, Bongiorno e Pavesi. Potranno anche non arrivare medaglie da Parigi, non è questo il punto: il punto è che il lavoro è stato eccellente, ed essere regolarmente tra i migliori significa avere fatto le cose per bene.
Bacio In Spagna, e anche a livello FIFA, il caso Rubiales – ci riferiamo chiaramente …