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Il cavallo scosso

Ascesa, caduta e rinascita della Mens Sana. Quando Siena aveva tolto a Bologna lo scettro del basket

Vincere con il cavallo scosso è una cosa che possono spiegare e capire solamente i senesi, tenutari del Palio, con tutte le sue contraddizioni ma elemento fondante di Siena, con le contrade che sono comunità quasi impermeabili alle contaminazioni. Qui c’è stato un tempo in cui Siena aveva tolto a Bologna l’appellativo di Basket City, quando vincendo la Coppa Saporta a Lione nel 2002 contro il Valencia iniziò un dominio in Italia che ebbe l’apice in sette scudetti consecutivi – 2006-2013 – a cui va sommato il primo storico titolo del 2004. Poi l’inchiesta Time Out, della Guardia di Finanza, metterà fine a uno dei sodalizi cestistici più importanti e avvincenti d’Italia. L’ascesa, la caduta e la rinascita della pallacanestro senese ce le siamo fatte raccontare da Simone Galeotti, senese nato nella Contrada del Drago, collaboratore di Rivista Undici, Rivista Contrasti e Minuto Settantotto. Per Urbone Publishing ha pubblicato diversi libri tra cui Villans YearsBritish cornerLa strada di Bryan e Jugoplastika – L’oro di Spalato.

Come nasce l’amore tra Siena e la pallacanestro?
«La Polisportiva Mens Sana (in corpore sano) nasce nell’aprile del 1871 su iniziativa degli studenti del liceo classico Enea Silvio Piccolomini – riunitisi nella birreria Bader, in vicolo della Manna –, i quali scelsero i colori dell’Istituto scolastico: bianco e verde. Si narra, tuttavia, che questa colorazione fosse stata presa da una bicicletta Legnano messa in palio con una lotteria per finanziare la Polisportiva dedita, in quel periodo storico, alla ginnastica oltre che alla boxe e a un rudimentale, empirico, ciclismo. La pallacanestro, a Siena e in Italia, arriverà proprio grazie a Ida Nomi Pesciolini, figlia del professor Leopoldo, insegnante e allenatrice, la quale porterà per la prima volta questo sport al concor…

Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.