Unico candidato in corsa, giovedì 16 marzo 2023, al congresso della massima istituzione calcistica mondiale in corso a Kigali in Ruanda, Gianni Infantino è stato rieletto alla guida della FIFA per il quadriennio 2024-2027, per quello che sarà il suo terzo mandato. Analogamente, il prossimo 5 aprile, a Lisbona Aleksander Ceferin sarà rieletto a capo dell’UEFA anch’egli per il suo terzo mandato quadriennale, anch’egli quale unico candidato.
Per entrambi un’elezione per acclamazione, un aspetto che non necessariamente deve essere considerato positivo per istituzioni di fatto politiche. Una pura formalità, a prescindere dall’effettivo apprezzamento che Infantino ha, una rielezione che ha fondamenta negli ottimi risultati economici generati dalla “sua” FIFA (il suo mantra nei confronti delle federazioni, “FIFA money is your money”, non è cambiato, e anzi ha previsto un aumento sino a 11 miliardi di dollari nel prossimo ciclo) e nell’allargamento del Mondiale, che tanto favore gli ha portato presso le federazioni africane e asiatiche, a prescindere dalle tante critiche e dai tanti aspetti imbarazzanti della sua gestione e della sua comunicazione. Del resto, negli anni ha mostrato una certa scaltrezza, pelo sullo stomaco, faccia di bronzo e una invidiabile impermeabilità attraverso la quale si è lasciato scivolare addosso qualsiasi cosa, anche senza vergogna. Pure a Kigali Infantino ha fatto uno show con sc…