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L’idea, al momento accantonata, della Federcalcio russa di aderire alla Confederazione asiatica. I risvolti di una boutade ‘diplomatica’

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e le conseguenti sanzioni sui club e gli sportivi russi, a un anno dall’inizio della guerra, hanno provocato, a cascata, una serie di problemi e reazioni. Tra queste l’esclusione delle squadre dalle competizioni europee e internazionali, non solo nel calcio, che come sempre è lo sport che si prende le copertine dei quotidiani e le aperture dei telegiornali; è accaduto, infatti, pure nella pallacanestro come nell’hockey su ghiaccio.

Dopo l’organizzazione, salutata dai più come ottima, del Mondiale di calcio del 2018 la Russia, a causa della guerra, è stata esclusa sia da Qatar 2022 che dalle qualificazioni all’Europeo del 2024 che si disputerà in Germania. In un momento di orgoglio, quindi, la Federcalcio russa – rispondendo, probabilmente, a pressioni politiche – ha paventato l’idea di aderire all’AFC, la confederazione asiatica; per un Paese che da sempre gravita su entrambi i continenti.

Un’idea che è rientrata lo scorso dicembre, quando il presidente della Federcalcio russa e dello Zenit San Pietroburgo, Alexander Dyukov, ha dichiarato: «Stiamo davvero valutando l’opzione di tornare alle competizioni Uefa il prima possibile. Per noi è importante prendere parte alle qualificazioni per il Mondiale del 2026». Da notare la retorica per cui sarebbe sempre la Russia a decidere cosa fare, cosa non vera nella pratica, tant’è che il TAS di Losanna, fino a ora, ha respinto tutti i ricorsi presentati da Mo…

Francesco Caremani
Aretino, giornalista, comunicatore in ordine sparso. Tutto è iniziato il 19 marzo del 1994 e un giorno finirà, ma non oggi. Il giornalismo come stile di vita, in un mestiere che ha perso lo stile per strada. Qui è direttore responsabile, ma solo per anzianità.