Donare l’uno per cento del proprio stipendio. L’idea, per certi aspetti rivoluzionaria, è stata del calciatore spagnolo, campione del mondo e d’Europa, Juan Manuel Mata, attualmente al Galatasaray: «Ogni volta che un calciatore firma per una squadra l’1% del suo salario verrà devoluto direttamente in opere di beneficenza, fino a che ciò diventerà una cosa normale fatta dalla totalità dei giocatori e nessuno si domanderà più cosa sia quell’1% di donazione. Il calcio, collettivamente, porta con sé una responsabilità anche a livello sociale e sarebbe bello che parte dei proventi che vengono ricavati da esso siano utilizzati a scopo benefico. Se lo si fa da soli diventa molto difficile ma se riusciamo a unire molte persone potrebbe diventare la normalità, ed è quello che mi auguro», ha dichiarato a suo tempo il centrocampista, ex Manchester United.
Così il 4 agosto del 2017, Juan Mata, con un articolo pubblicato su The Player’s Tribune, ha annunciato la nascita di Common Goal, attraverso la ONG streetfootballworld, con l’obiettivo di aiutare le persone che si trovano in difficoltà, realizzando opere benefiche dentro e fuori il rettangolo di gioco.
Streetfootballworld è, come scritto, una ONG internazionale dedicata a migliorare la vita dei meno abbienti attraverso il potere del calcio, operando in oltre venti Paesi in tutto il mondo e che lo scorso 26 ottobre, sulla propria pagina Facebook, ha annunciato di voler continuare la propria attività sotto un unico marchio, quello, appunto, di