Cultura del proprio corpo, saluta fisica e mentale, primeggiare dimostrando valori e leadership. Se volessimo rappresentare il rapporto che negli Stati Uniti c’è con lo sport potremmo utilizzare, in maniera molto sintetica, i tre parametri precedenti. Non è certo una novità che l’attività sportiva negli USA abbia un ruolo importante, se non fondamentale, nella vita di ogni cittadino e cittadina, un portato culturale che nelle scuole, soprattutto nei college, si esprime con un sistema sportivo che, di fatto, rappresenta l’attività di base del movimento statunitense, un’attività di base che però poco o niente ha a che vedere con il dilettantismo, poiché l’obiettivo è quello di raggiungere il professionismo, nelle sue massime espressioni: dal canottaggio alla pallacanestro, dall’atletica leggera al baseball.
Lo sport nei college e nelle università statunitensi è gestito dalla National Collegiate Athletic Association, conosciuta dai più come NCAA, ente no profit con sede a Indianapolis, la quale regola e controlla i cosiddetti student athletes e i team sportivi di oltre 1.100 università, tra Canada e Stati Uniti. Ogni anno, in media, 450mila giovani studenti universitari competono in oltre 20 discipline sportive – in una novantina di campionati per circa 20.000 squadre – e molti di questi beneficiano di oltre 3 miliardi di dollari (l’anno) di borse di studio per meriti sportivi: lì dove l’attività fisica ha lo stesso valore di altre materie.
Oltre la NCAA esistono pure la NJCAA, National Junior College Athletic Association, e la NAIA, National Association of Intercollegiate Athletics; gli studenti che frequentano un Community College – questi formano gli studenti per i primi due anni e danno la possibilità di ottenere un diploma, associate degree, che dà accesso ai college…