Nel percorso, difficile e pieno di ostacoli, della Riforma dello Sport, una riforma scritta, sicuramente, male e della quale conosceremo i risvolti concreti sul movimento di base solo una volta approvata, tra i cinque decreti approvati dall’allora Consiglio dei ministri uno ha riconosciuto la pari opportunità agli atleti paralimpici nei gruppi sportivi militari e nei corpi civili dello Stato. Una svolta definita, giustamente a nostro avviso, straordinaria non solo per il movimento paralimpico ma per tutto lo sport italiano: una conquista culturale, umana e sportiva.
«Si tratta di un provvedimento di civiltà che pone fine a una disparità che non aveva ragione di esistere e che, allo stesso tempo, ha il merito di inviare un importante segnale culturale a tutto il Paese per una piena inclusione delle persone con disabilità e per il riconoscimento di uguali diritti per tutti – ha commentato a suo tempo Luca Pancalli, presidente del Comitato Paralimpico Italiano –. Voglio cogliere l’occasione per esprimere il mio ringraziamento al governo italiano e in particolare al ministro Spadafora per aver mantenuto questo impegno. È un sogno che ho cullato da atleta e inseguito da dirigente e uomo di sport negli ultimi vent’anni e che oggi vede, finalmente, la sua piena realizzazione. Un ringraziamento va anche all’onorevole e atleta paralimpica Giusy Versace che, con il suo lavoro all’interno del parlamento, ha dato un contributo importantissimo per la definizione di questo tes…