Come si vive immediatamente al di sotto della Serie A? Come i soldati di Ungaretti, verrebbe da dire, o magari come quelli attesi da Buzzati ne Il deserto dei Tartari: spesso in attesa di qualcosa, che poi quando accade magari è un disastro, e disastro nel calcio può significare una retrocessione, con il rischio di fallire di lì a poco tempo, ma a volte anche una promozione, perché se poi dalla A si scende essere travolti da una spirale di problemi economici e sportivi, retrocedere di nuovo e fallire, è un attimo.
Lo sanno bene il Novara, fallito nel 2021 nove anni dopo essersi trovato in A per la prima volta dai tempi di Silvio Piola, o il Carpi, escluso dai campionati professionistici anch’esso nel 2021, e dire che cinque anni prima aveva giocato il suo campionato di debutto nella massima serie a girone unico. Di esempi del genere ce ne sarebbero tanti, ed è proprio qui che vogliamo arrivare, partendo da un codice univoco, che ogni club ha e che, se letto con attenzione, spiega bene i problemi del nostro calcio: il numero di matricola. Ora, la matricola è il numero che identifica i club a livello federale, se vogliamo una sorta di codice fiscale, nel senso che si tratta appunto di un codice che non dà atto ad ambiguità di sorta: è appannaggio di una e una sola società.
Perché ci concentriamo sul numero di matricola, un aspetto meramente burocratico che probabilmente solo i tifosi più appassionati, e nemmeno i dirigenti quasi sicuramente, conoscono a memoria? Un codice che nemmeno è…