Non fosse facile leggervi una certa ipocrisia, a dosi massicce peraltro, sarebbe comunque meglio che niente. Ma “è” niente, e dovrebbe anche fare arrabbiare, il boicottaggio dei maxischermi – chiamiamolo così – annunciato da alcune città francesi (hanno iniziato Strasburgo e Lille, alle quali si sono unite Marsiglia, Bordeaux, Nancy, Reims e infine Parigi) che hanno deciso di non organizzare eventi per promuovere il Mondiale in Qatar, per ragioni umanitarie ed ecologiche.
Nessuna fanzone, nessun evento, nessun maxischermo – ma sarà davvero così se dovesse la Francia arrivare fino in fondo? – nelle città i cui sindaci hanno preso parola per condannare le morti sul lavoro, le violazioni dei diritti umani e lo spreco energetico che faranno da corollario ai prossimi Mondiali. Tutto giusto, tutto tardivo: l’assegnazione della rassegna al Qatar risale al 2010 e, negli anni, tutto ciò che viene contestato al Paese era diventato chiaro a tutto il mondo. Indignarsi ora farebbe sorridere se non mettesse rabbia, perché pare null’altro che una reazione woke, in questo senso però fuori tempo massimo per incidere seriamente e sufficientemente opportunista per lavarsi la coscienza. Volendo essere spietati, si potrebbe anche instillare il dubbio che si tratti, oggi, di una presa di posizione che aiuta a nascondere anche un altro motivo: in un periodo di crisi energetica e aumento generalizzato dei costi dell’energia in Europa, evitare di sp…