di Nicola Sbetti
Pubblicata lo scorso 18 luglio, non si può certo dire, come certificano le oltre 400.000 visualizzazioni, che la docu-intervista dello youtuber russo, Vitja Kravchenko, ai tennisti suoi connazionali Andrey Rublev e Daria Kasatkina sia passata inosservata. Anche la stampa italiana ne ha parlato abbondantemente, sebbene quasi tutta l’attenzione fosse dedicata al fatto che la venticinquenne tennista russa numero 12 al mondo avesse reso pubblica la propria relazione con l’ex pattinatrice Natalia Zabiiako.
Se sul piano giornalistico non si può certo biasimare questa scelta. Il coming out di una celebre atleta di un Paese estremamente discriminatorio nei confronti dei diritti degli omosessuali come la Russia è certamente una notizia, tanto più in questa fase storica. Limitare l’impatto della docu-intervista di Kravchenko solo a questo aspetto è però riduttivo. Lo è ancor più in questo periodo in cui tutti coloro che, come chi scrive, non hanno dimestichezza con il russo faticano a comprendere, anche per via del silenzio mediatico sul tema, cosa pensano gli sportivi russi della situazione di esclusione che sono costretti a vivere a causa delle sanzioni conseguenti all’invasione dell’Ucraina voluta da Putin.
Certo il tennis è una disciplina sui generis, una delle poche in cui seppur con grosse limitazioni gli atleti russi possono continuare la propria attività. Inoltre né Rublev né Kasatkina possono davvero rappresentare l’opinione dello sportivo russo medio: entrambi si allenano all’e…