Un tempo erano i prestiti, poi sono arrivate le comproprietà. E i diritti e gli obblighi e le opzioni e la recompra, che poi la terminologia – tralasciando il termine spagnolo, che ha fatto breccia – nemmeno è tecnicamente precisa, eppure che importa? Il mercato per giornalisti e tifosi è la fiera dei sogni e delle dicerie, quella in cui si può commentare il nulla senza timore di essere presi per scemi, e anche di scriverlo senza nessuna paura. Nel tempo in cui il calciomercato segnava la stagione di pinne, fucile e occhiali, compiva le sue liturgie sostanzialmente in un alcuni luoghi simbolo della Milano in cui girano i dané (il Gallia, poi Milanofiori, pure il Quark, che poi chiuse). L’albergo deputato alle trattative c’è ancora oggi: è il Grand Hotel di Rimini, ed è subito commendator Borlotti.
Ma lo sa che noi attraverso le cessioni di Falchetti e Mengoni riusciamo ad avere la metà di Giordano? Da girare all’Udinese per un quarto di Zico e tre quarti di Edinho.
(L’allenatore nel pallone)
Appunto, l’hotel della fiera dei piedi esiste ed è istituzionalizzato, ma non è solo un retaggio del passato; in questo senso la sede è un tuffo nella Riv…