«Cittadini della Catalogna, ora ce l’avete qui». Con queste parole – parafrasando la frase che Josep Tarradellas, nominato presidente in contumacia dal suo popolo durante la dittatura franchista, gridò nel 1977 ai catalani, una volta tornato dall’esilio francese – Pep Guardiola arringava i tifosi del Barcellona dal balcone di Plaça de Sant Jaume, festeggiando la conquista della prima Coppa dei Campioni in casa blaugrana. Una vittoria mitica e iconica, al tempo stesso, perché ha segnato un prima e un dopo nella storia della squadra catalana e in quella della futura Champions. Una vittoria ottenuta battendo la Sampdoria di Vialli&Mancini. E così, mentre i blucerchiati terminavano in quel momento la loro corsa e il loro ciclo vincente, il Barça iniziava quel cammino che l’ha portato a essere il club ammirato e rispettato nel mondo, non solo dal punto di vista sportivo.
Il 20 maggio 1992 a Wembley, Londra, si gioca la finale di Coppa dei Campioni. Da una parte i pirati liguri guidati da Vujadin Boskov, dall’altra la squadra che prenderà il soprannome di Dream Team, allenata dall’olandese Johan Cruijff che in Catalogna era approdato già come calciatore nel 1973; dopo avere vinto tre coppe dei Campioni consecutive e un Pallone d’Oro con la maglia dell’Ajax, considerando che il secondo, n…