di Antonella Bellutti
Credo fermamente che le potenzialità educative, sociali, culturali, salutistiche dello Sport lo rendano un’esperienza imprescindibile per la crescita personale e il progresso umano; una risorsa virtuosa per la qualità della vita, individuale e collettiva, un capitale prezioso ma solo se valorizzato attraverso la conoscenza e l’applicazione dei principi ispiratori della Carta Olimpica. Perciò mi piace esplorare lo Sport con la stessa visione olistica con cui guardo alle persone, all’ambiente, alla vita. Perciò mi piace affrontare con spirito critico il fenomeno sportivo nelle sue innumerevoli sfaccettature e cerco di farlo attraverso l’osservazione multi/interdisciplinare che ha caratterizzato la mia esperienza agonistica e post agonistica. Lo faccio per me, per desiderio di capire a fondo un’attività umana che amo profondamente e lo faccio con la speranza di ispirare domande, dubbi capaci di alimentare un dibattito e dare spinta a un processo di rigenerazione del modello di gestione dello sport italiano. È di questo che scriverò!
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Antonella Bellutti vince la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Atlanta 1996 e poi di Sydney 2000 in due differenti discipline del ciclismo su pista, dopo un infortunio che le blocca una promettente carriera nell’atletica leggera. Chiude l’agonismo con il settimo posto alle Olimpiadi invernali di Salt Lake City 2002, nel bob a 2, diventando così l’unica atleta italiana ad aver fatto parte della squadra nazionale assoluta di tre federazioni diverse e ad aver partecipato sia all’edizione estiva che invernale della manifestazione a cinque cerchi. Laurea in Scienze Motorie con molteplici esperienze di profilo tecnico, dirigenziale e didattico in ambito sportivo. Attivista per i diritti nello sport e per lo sport come diritto di cittadinanza.